29 giugno - partenza
La prima cosa da dire è che il viaggio doveva essere diverso: una pedalata tutta in Kyrghizstan, paese di grande interesse paesaggistico e umano e considerato senza rischi, almeno fino a febbraio, quando comprammo i biglietti aerei e nessuno poteva prevedere guerre civili o disastri umanitari, cosa che invece è successa tra aprile e giugno. Questo per dire che non era nostra intenzione pedalare in mezzo a crisi umanitarie, ma la compagnia aerea non ci ha cambiato i biglietti e allora abbiamo preso il visto per il Kazakhstan, paese confinante e imparentato strettamente con questo. Il piano quindi è diventato: sbarcare a Bishkek, capitale kirghisa, dopo una breve visita passare il confine e pedalarci il Kazakhstan, seeing the major cities and then to head east towards the border with China. At that point we will see how to get back in Kyrghizstan for the return. This year there with me
Piero, Meldola cyclist of international repute, with whom I shared a couple of important trips in the past.
The plane trip went well, with a return flight to Moscow, where there is already a different air. In the waiting room of the airport ruddy faces and bright eyes of Russians, Mongolians from broad cheekbones, fascinating mixture of many other breeds, perhaps a taste of what we see in the coming weeks. The air smells of a mixture of garlic, meat, of humanity, which mixes with the expensive perfume dei duty free. E’ già oriente.
(Nota: il sito blogger.com è oscurato in Kazakhstan, per motivi di censura. I post di Diego vengono così caricati direttamente dal supporto tecnico italiano. Tutti i vostri commenti gli saranno comunque tempestivamente trasmessi!)
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